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Pio Francesco Pistilli

 

Primordi di Clairvaux nell’Italia padana

Chiaravalle della Colomba

Dall’insediamento monastico nel contado piacentino alle dotazioni produttive

 

Guardando a ritroso nel tempo, appare oggi palese che quando furono dati alle stampe nel 1994 gli atti del convegno internazionale dall’eloquente titolo Ratio fecit diversum (Roma, Accademia dei Lincei 1991), si andasse a chiudere una lunga stagione di studi promossa dalla cattedra di Angiola Maria Romanini sull’architettura e l’arte cistercense, e non soltanto mirata alla sostanza progettuale di una manciata di fondazioni bernardine sparse tra la pianura Padana e l’Italia mediana, con l’eccezione di Cabuabbas in Sardegna. D’altronde, all’indomani dell’evento romano, altri e più pressanti impegni allontanarono definitivamente la promotrice da quel filone di indagine, così come quasi per trascinamento ne uscirono fuori i suoi più stretti collaboratori e gli allievi della Sapienza di seconda generazione, sicché a conti fatti i tre corposi volumi degli atti (Arte Medievale 1994) si ergono a mo’ di testamento scientifico di un’azione più che ventennale, appositamente condivisa nel suo atto conclusivo con i maggiori addetti ai lavori, italiani e soprattutto europei.

Tra le molteplici iniziative messe in cantiere anche in vista del convegno, vi fu lo studio dell’abbazia di Chiaravalle della Colomba, che con la non lontana Chiaravalle Milanese condivide un primato, vale a dire l’essere le due più antiche istituzioni monastiche volute da Bernardo di Clairvaux sul suolo italiano.

 

 

Luglio 2019

ISBN  9788897131182

Prezzo € 32,00